MODELLO DELLA PORTAEREI GARIBALDI

                                                        8° Parte “ MANOVRA POPPA E RIMESSE PILOTINE ”


Le altre fasi costruttive, le trovi nell' indice lavori

MODELLO DELLA PORTAEREI GARIBALDI ZONA MANOVRA POPPA E RIMESSE PILOTINE
La zona di manovra di poppa è senza dubbio al momento la parte più difficile tra quelle sin qui realizzate del nostro modello del Garibaldi.
A lavoro concluso possiamo anche tranquillamente asserire di aver fatto un grave errore a non aver realizzato l'intera zona come blocco esterno!
Avrebbe semplificato di molto il lavoro ma soprattutto avrebbe evitato alcuni problemi di accoppiamento tra le varie parti realizzate separatamente e poi assemblate ed avrebbe risparmiato l'esposizione alla polvere per un lungo periodo della zona, in attesa del lavoro in altre aree.
Ad ogni modo il risultato ed il lavoro svolto pensiamo meriti di essere visto.
Lo scafo in quella zona estrema di poppa è stato realizzato in legno pieno, pane e burro nell'opera viva. La parte superiore si presenta con le ordinate in compensato, rivestito di resina su tamponatura in polistirolo, come nel resto del modello. 
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All'estremità di poppa è presente una casamatta sulla quale va posizionato l'Oto-Melara antiaereo. La vera e propria zona di manovra è quindi realizzata montando tutta una serie di attrezzature, aspi, bitte, argani, nonché le colonnine di supporto del soffitto, approntate in precedenza, diciamo di “serie” dal momento che si ripetono un po' in tutte le aeree di manovra. Particolari spesso stampati in resina con master realizzati tempo fa. 
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 Altri accessori, come un gancio per il traino, presente solo in questa zona è stato realizzato ad hoc. 
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Importantissimo è stato il lavoro sulle varie pareti, della zona. Uno sforzo progettuale non indifferente è stato necessario per definire le altezze delle stesse pareti, che hanno funzione portante per i solai, che ovviamente debbono corrispondere nell'altezza delle parti coperte e scoperte che si presentano in questa area, con le passerelle dello specchio di poppa che debbono andare poi a coincidere con la casamatta antiaerea dell'estremità di poppa e con l piazzole di dritta e babordo che successivamente dovremmo raccordare con le passerelle ai 2 lati dello scafo. Diversi rifacimenti e compromessi sono stati necessari in questa fase; per questo dicevamo che sarebbe stato meglio concepirlo come blocco unico da montare una volta finito, direttamente sull'opera viva in legno pieno. Sperando che il tempo non evidenzi problemi di tenuta tra materiali diversi, con colle bicomponenti e mastici, la struttura come in tutto il modello è composta di tavoletta di legno compensato rivestito da fogli di plasticard per facilitare il montaggio sulle pareti di una pletora di cavi, tubi, cassette, altoparlanti ecc.!!
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Le foto disponibili hanno permesso di avere una documentazione più che sufficiente. In particolare le 2 pareti laterali della casamatta, e la parte dello specchio di poppa in alto, alla base dell'attacco del ponte di volo, sono completamente a vista. Quindi non abbiamo risparmiato sui dettagli. Queste pareti sono quelle che hanno dato i problemi maggiori di accoppiamento con lo scafo. Certe situazioni potranno essere risolte definitivamente, speriamo, solo con il fissaggio del ponte di volo e delle passerelle laterali allo scafo. Ovviamente sulla casamatta andrà posizionata la torretta Oto-Melara. Sulla murata superiore è presente il supporto su cui andrà montato il GPS di puntamento dell'antiaerea. 

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E' stato necessario realizzare 2 angolari che vanno sostenere le passerelle dello specchio di poppa e che si dovranno raccordare con le fiancate. Hanno una funzione portante oltre che estetica. 
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Le 2 estremità delle fiancate sopra la linea di galleggiamento, sono caratterizzate dalle aperture per le rimesse delle 2 pilotine, dotate di montacarichi per la messa in acqua. I 2 recessi aperti nello scafo, hanno subito diversi rimaneggiamenti per poter trovare il modo di sistemarci le strutture costruite autonomamente, e montate con tanto di solaio già incorporato.
Questo lavoro risulta estremamente caratterizzante per il modello secondo me. 
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Le strutture di compensato qui sono state lavorate ognuna in piano, rivestita di plasticard, per poi essere incollate e finite come corpo unico ed indipendente. Una volta definita la realizzazione del soffitto della zona di manovra, sono state incorporate nello scafo. Le 2 aeree sono molto diverse una dall'altra, sia nella larghezza che nel modo di raccordarsi con lo scafo a causa della asimmetria dello stesso.
Più problematica è stata quella di sinistra.
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Vari armadi e contenitori per bombole sono collocate nel vano imbarcazione di sinistra. Anch'essi realizzati in plasticard, partendo come documentazione dalle sole foto, mancando quindi delle dimensioni effettive. 



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E poi è stata la volta dei solai/soffitti, ricca come nessun'altra zona del modello di dettagli intriganti, oltre alle travature di rinforzo, realizzate normalmente con dei profili ad “I” in polistirene, della Evergreen. Passacavi in particolare sono presenti nel soffitto della zona di manovra. Questo soffitto è stato realizzato in 2 parti separate anche per facilitarne il montaggio. In questi soffitti sono stati realizzati dei fori per montare delle lampadine per illuminare la zona, altrimenti troppo buia, come nei barcarizzi e nelle altre zone di manovra. L'installazione di questo soffitti è stata resa più complessa dal passaggio dei cavi e del cordame, che abbiamo dovuto infilare negli appositi passaggi, prima del fissaggio e poi tirarli. 

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 Le 2 rimesse per le imbarcazioni come detto sono asimmetriche e di conseguenza lo sono anche le rispettiva coperture, caratterizzate in particolare dal motore di sollevamento e dai paranchi, per la messa in acqua delle lance che verranno realizzate in seguito. Come gli altri solai i tratta di un foglio di plasticard, con le travature in profili ad “I” ed il resto completamente auto-costruito, con ampio uso di cavetti e fili elettrici e di computer, o di stagno quando serve morbidezza. Certe tubature che debbono essere perfettamente dirette, sono state realizzate in tubetti di ottone di vari diametri. 
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Alcune immagini delle varie componenti assemblate allo scafo, al qualche viceversa mancano ancora dei dettagli, contribuisce a dare un'idea dell'effetto finale. Il modello vuole essere rappresentato operativo, con alcuni segni di invecchiamento e si è puntato onestamente più al risultato di insieme che non alla perfetta esecuzione e dimensione (per altro impossibile da ottenere mancando le misure effettive di molti particolari) di ogni dettaglio. Non so se le foto riescono a rendere merito al lavoro compiuto. 
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